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Il Diritto alla Riparazione in Europa – RIGHT to REPAIR

Il movimento Right to Repair nasce dalla necessità di contrastare l’aumento dei rifiuti elettronici e di promuovere la sostenibilità e l’autonomia dei consumatori nella gestione dei propri dispositivi. Si tratta di un’iniziativa globale che ha trovato un forte appoggio in Europa, dove è cresciuto in modo significativo grazie al supporto di numerose organizzazioni, associazioni di consumatori, ONG e aziende di riparazione. L’obiettivo primario di Right to Repair è quello di garantire a tutti il diritto di riparare i propri dispositivi elettronici, un diritto che oggi è spesso limitato dalle politiche delle aziende produttrici.

Problemi affrontati dal movimento Right to Repair

Il movimento Right to Repair nasce in risposta a una serie di pratiche e ostacoli diffusi nel settore tecnologico e dell’elettronica di consumo. Tra i principali problemi evidenziati ci sono:

  1. Obsolescenza programmata: molti produttori progettano i dispositivi affinché abbiano una durata limitata, rendendoli difficili o costosi da riparare, spesso spingendo i consumatori a sostituirli piuttosto che ripararli. Questa pratica non solo aumenta i costi per i consumatori, ma anche i rifiuti elettronici.
  2. Limitato accesso ai prezzi di ricambio: le aziende limitano la disponibilità dei pezzi di ricambio per i prodotti, oppure li vendono a prezzi elevati. Spesso, solo i centri di assistenza autorizzati possono accedere a questi pezzi, ostacolando l’operato dei riparatori indipendenti.
  3. Restrizioni all’accesso alle informazioni tecniche: i produttori impediscono spesso ai riparatori di accedere alle informazioni tecniche e ai manuali di riparazione, rendendo complicato il processo per coloro che non fanno parte del circuito ufficiale. Ciò ostacola la possibilità di riparare i dispositivi in modo autonomo o presso laboratori indipendenti.
  4. Software bloccati: molti dispositivi sono progettati con software bloccati che impediscono di effettuare riparazioni senza autorizzazione del produttore, una pratica che limita la libertà dei consumatori e la possibilità di scelta.
  5. Costi elevati per le riparazioni ufficiali: i produttori a volte impongono tariffe molto elevate per le riparazioni nei centri autorizzati, rendendo economicamente più conveniente per i consumatori sostituire i dispositivi piuttosto che ripararli.

Obiettivi del movimento Right to Repair

Il movimento Right to Repair cerca di affrontare queste problematiche e ha definito una serie di obiettivi che possono essere sintetizzati come segue:

  1. Accesso ai pezzi di ricambio e alle informazioni tecniche: i consumatori e i riparatori dovrebbero avere libero accesso ai pezzi di ricambio e ai manuali di riparazione. Ciò significa che le aziende dovrebbero fornire manuali di assistenza e informazioni dettagliate sui prodotti per consentire una manutenzione indipendente.
  2. Libertà di scegliere il riparatore: Right to Repair promuove la possibilità per i consumatori di scegliere liberamente dove riparare i propri dispositivi, senza essere vincolati a centri di assistenza autorizzati o esclusivi.
  3. Leggi più severe contro l’obsolescenza programmata: il movimento chiede normative che vietino o penalizzino la progettazione di prodotti con una durata limitata intenzionalmente. L’obiettivo è incoraggiare la produzione di dispositivi più duraturi e riparabili.
  4. Design sostenibile e riparabile: il movimento sostiene che i prodotti debbano essere progettati tenendo conto della riparabilità, con componenti facilmente accessibili e sostituibili. In molti casi, la possibilità di aggiornare o sostituire parti (come batterie e schermi) riduce la necessità di acquisto di nuovi prodotti.
  5. Coinvolgimento dei governi e degli enti regolatori: Right to Repair si impegna a sensibilizzare i governi e le istituzioni europee per introdurre leggi che favoriscano la riparabilità. In particolare, il movimento ha lavorato per introdurre regolamenti all’interno del Green Deal europeo, il quale riconosce l’importanza della sostenibilità e dell’economia circolare.

Il Diritto alla Riparazione in Europa

Negli ultimi anni, il movimento Right to Repair ha ottenuto significativi risultati in Europa. Nel 2021, l’Unione Europea ha introdotto normative che richiedono ai produttori di elettrodomestici (come lavatrici, frigoriferi, televisori e lavastoviglie) di rendere disponibili i pezzi di ricambio e le informazioni di riparazione per almeno 7-10 anni dopo l’acquisto. Questo rappresenta un passo avanti importante, ma il movimento continua a lottare per estendere questi diritti anche ad altri dispositivi elettronici di consumo, come smartphone, laptop e altri apparecchi di uso quotidiano, molti dei quali restano esclusi da queste normative.

L’impegno di General Computer Italia

L’impegno di General Computer Italia a favore del movimento Right to Repair è un passo significativo, in particolare nel settore B2B, dove le apparecchiature come server, apparecchi di rete e sistemi di Data Center spesso non sono coperte da normative di riparabilità. Questi dispositivi, essenziali per il funzionamento di molte aziende, sono spesso progettati per essere sostituiti piuttosto che riparati, generando grandi volumi di rifiuti elettronici e aumentando i costi operativi per le imprese.

Attraverso la sua adesione a Restart Project e Right to Repair Europe, General Computer Italia mira a promuovere una legislazione che estenda il diritto alla riparazione anche ai dispositivi professionali e di Data Center, contribuendo a una maggiore sostenibilità per le imprese e per l’ambiente.



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